Chiocciola o lumaca

Siamo a metà della nostra permanenza in Thailandia e le idee cominiciano a chiarirsi. Il paese è davvero unico, paesaggi, fauna e flora sono strepitosi. Ogni giorno una sorpresa, uno scorcio, una farfalla gigantesca che ti si appoggia sullasciugamano, il reef che quasi affiora a pochi metri dalla riva di una spiaggia di un bianco quasi accecante. La nostra vacanza prevede una road map con pochi accorgimenti: evitare i turisti il più possibile, se indispensabile farlo in maniera rapida, come se noi non appartenessimo a questa categoria...effettivamente non mi semto di volermi mischiare con questi turusti che sfruttano persone e animali, sporcano, umiliano, distruggono. Con gli accorgimenti di tripadvisor e la buona lo lonley planet forse ci stiamo riuscendo visto che fino ad oggi abbiamo incontrato solo due italiani ;)
Abbiamo visitato uno splendido lungo mare isolato, famoso tra i locali per la possibiltà di abbuffate di pesce poco ripetibili, i pescatori vendono infatti ogni ben di dio su piccole bancarelle stracolme di specie nemmeno mai viste. Tu scegli, paghi e poi attraversi la stradina di terra battuta e te lo fai cucinare come vuoi. Inutili altri commenti. Oggi invece siamo stati al nord passando per paesini fatti di baracche dove ognuno vende qualcosa, frutta, bibite, uccelli colorati... Il viaggio da passeggera mi ha dato modo di pensare a quanto la vita possa prendersi in molti modi, a come si possa essere lumaca o chiocciola. Perché vedete qui non ci sono case come le intendiamo noi, sono tettoie, baracche, tende, le ville sono solo fatte in muratura ma poco più di 30 metri quadri. Due magliette stese, un sidecar parcheggiato e dentro un letto con un fornello appoggiato sugli scalini, e sono felici. A volte la vita bisogna saper farsela bastare. Il pensare di non avere una casa, un "cuccio" caldo ed accogliente mi fa mancare il fiato. Sono una chiocciola ed ho bisogno di un armadio segreto. Alla fine del nostro viaggio ecco le spiagge. deserte, nel vero senso della parola. Nessuno. Acqua azzurro verde, silenzio, non ci fossero stati 37 gradi sarebbe stato il paradiso e la conferma che phuket può esserci ancora, sotto a strati e strati di immondizia abitativa fatta di resort e ville faraoniche costruite da imprenditori folli ed un governo disattento, sotto al lerciume cittadino che sbatte il sesso a pagamento in faccia a chiunque passi, dove si vendono donne uomini bambini e animali facendolo sembrare parte dello spettacolo turistico. Lontano dal trambusto di patong dove il motto è: basta pagare, dove i locali sono grandi casse acustiche che battono il tempo di una città che è una grande discoteca e la spiaggia è un carnaio ricoperto di olio al lemongrass. Lontano da qui, ancora per poco, abbiamo trovato i sorrisi e la foresta, la sabbia e il sapore di un paese che sta scomparendo sotto i colpi convulsi e scoordinati del machete degli sfruttatori. Vent'anni fa dicono sia stato diverso e la cosa triste è che non lo dicono con nostalgia, mostrano orgogliosi palazzi in costruzione e ville di milionari nascoste dietro alle siepi, mostrano felici terre scavate in attesa di disastri architettonici, terre vendute per pochi bath. Mostrano e non sanno che siamo persone volubili e che tra poco anche i russi si stuferanno di caos e cemento e cercheranno un nuovo paradiso da distruggere. Guardo il mio tassista orgoglioso della montagna che manca e il suo sorriso storto quando gli dico che questo non è un buon modo per garantire futuro ai suoi due bambini e mi fa tenerezza e mi commuove il suo farmi intendere che lui la sa lunga e che un giorni diventeranno ricchi...un giorno... Ma forse quel giorno capirà che non si può tornare indietro e che nessuno porterà mai via la spazzatura che sta ricoprendo questo angolo di paradiso.
Tra vent'anni non ci saranno abbastanza edere e foreste che incombono per ricoprire lo scempio inutile che avanzerà.


See you soon baby!


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